Conversations with Primo Levi
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Della poesia 11 febbraio 1946 tratta dal volume Ad ora incerta, mi hanno colpito tre versi: «Meditai la bestemmia insensata | che il mondo era uno sbaglio di Dio | io uno sbaglio del mondo». In che cosa consiste l’insensatezza di questa bestemmia?
Questa è una poesia d’amore, l’ho scritta in un momento in cui ero innamorato. In quest’atmosfera mi sembrava blasfemo quello che avevo pensato fino a poco prima, cioè che il mondo fosse uno sbaglio di Dio e io uno sbaglio del mondo. Devo dire che non potrei piuù sostenere questi tre versi, oggi, perché vanno intesi in senso metaforico. Che il mondo sia uno sbaglio di Dio, oggi lo ritengo ancora una cosa non piuù blasfema ma insensata perché se c’è un Dio non sbaglia. E neppure credo di essere io uno sbaglio nel mondo. O nessuno o tutti, non io in specie.
Auschwitz è la prova della non-esistenza di Dio?
C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. [Sul dattiloscritto, a matita, ha aggiunto: Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo].