La deportazione e il ritorno

Il terribile viaggio di deportazione da Fossoli ad Auschwitz, nel febbraio 1944, durò cinque giorni. L’avventuroso viaggio di ritorno, iniziato nel giugno 1945, si sarebbe protratto assurdamente fino all’ottobre.


Ecco, dunque, sotto i nostri occhi, sotto i nostri piedi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevamo così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo. Questa volta dentro siamo noi.

Primo Levi, Se questo è un uomo, in Opere I, p. 144

 

La famiglia, la casa e la fabbrica sono cose buone in sé, ma mi hanno privato di qualcosa di cui ancora oggi sento la mancanza, cioè dell’avventura. Il mio destino ha voluto che io trovassi l’avventura proprio in mezzo al disordine dell’Europa devastata dalla guerra.

Primo Levi, Risposte a Philip Roth, in Opere III. p. 1082