Una parete di sospetto. Presenze ebraiche e società piemontese
Il libro traccia per rapidi assaggi un profilo di lungo periodo del mondo ebraico in Piemonte e in particolare nel territorio del Cuneese, procedendo su piani differenti.
offre in primo luogo le coordinate essenziali del complesso e duraturo rapporto del potere statale dei Savoia con i piccoli gruppi di ebrei diffusi sul territorio.
cerca di contrastare alcuni dei pregiudizi più radicati e malevoli che hanno compromesso - e ancora in parte compromettono - una rappresentazione obiettiva della condizione ebraica in età moderna e contemporanea e, nello stesso tempo, offre un piccolo saggio - relativo all'istituto del matrimonio - di una cultura diversa e molto legata alle proprie tradizioni.
il libro punta poi lo sguardo su ambiti più delimitati del territorio piemontese - Mondovì, Acqui e infine Bene Vagienna -, nell'intento di fornire al lettore informazioni e quadri interpretativi utili a situare le vicende specifiche degli ascendenti di Primo Levi appartenuti alle generazioni più vicine alla sua: dalle notazioni sulla vita quotidiana e su quella professionale, agli spaccati sulla realtà dei piccoli agglomerati del Cuneese e sul loro rapporto con il mondo contadino, o ancora ai racconti sul persistere, a cavallo dell'emancipazione e dopo, del clima di sospetto, appunto, che ancora circondava gli ebrei.
Una parete di sospetto è il numero 0 della collana questo.
Nell’opera di Primo Levi la parola questo è la parola della concretezza, della precisione e della fermezza. Fra i luoghi dove compare, due soprattutto sono memorabili: il titolo del suo libro di esordio Se questo è un uomo e il finale del racconto «Carbonio», che conclude la sua autobiografia chimica Il sistema periodico imprimendo sulla carta proprio quella parola, seguita da un punto fermo.
A scuola si insegna che l’aggettivo e pronome questo indica un oggetto vicino a chi parla e a chi ascolta. Con l’insieme della sua opera Primo Levi rilancia questa nozione elementare, avvicinando al lettore oggetti anche molto lontani dalla sua esperienza, ma rendendoli pensabili – cioè traducibili in scrittura – prima di tutto per se stesso.
Ecco perché la parola questo, semplice e netta, è stata scelta per dare il titolo a una collana editoriale che ospiterà ricerche, letture, dialoghi e incontri di studio a partire dai libri e dalla figura di Levi.