Una busta vuota cerca la sua lettera
Nel corso dell’anno scolastico 1980‐1981 Marisa Bensa, maestra della classe quinta B della Scuola elementare “Gigi Ghirotti” di Via P. Gaidano 126 a Torino, insegnava ai suoi allievi che cos’è la poesia commentando in classe i componimenti poetici di Primo Levi pubblicati periodicamente su «La Stampa» di Torino.
L’interesse suscitato nei bambini fu tale che essi pensarono di scrivere allo scrittore chiedendogli: «Che cos’è la poesia?». Lui rispose all’inizio di marzo con una lettera manoscritta di quattro facciate; gli alunni – dopo averla letta e commentata in classe – furono invitati a scrivere ognuno un commento sul loro “quadernone” di italiano allegando un disegno (chissà se qualcuno di quegli alunni conserva ancora il quadernone?).
L’insegnante pensò inoltre che la lettera di Levi era troppo bella e troppo importante per non condividerla; per questo decise di farla girare – chiusa nella sua busta – tra le classi della scuola: prima nelle elementari e poi nelle medie. Quando la busta tornò alla maestra, purtroppo era vuota. Tanta fu la delusione, ma altrettanta la soddisfazione per aver condiviso e non aver tenuto soltanto per sé parole così importanti. La signora Bensa, ora in pensione, ha deciso di raccontare al Centro questa storia e di portarci la busta vuota.
La storia è così bella che abbiamo pensato di riportarla sul sito, anche per chiedere ai nostri lettori se qualcuno avesse notizie della lettera. Ci piacerebbe che una bella storia avesse anche un lieto fine.