Prima Lezione «'Sfacciata fortuna?' (Se questo è un uomo). La Shoah, il caso e l'uomo normale»
La prima Lezione Primo Levi è stata tenuta da Robert Gordon, docente di Cultura italiana a Cambridge, il 10 novembre 2009, presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienze Naturali, Fisiche e Matematiche dell'Università degli Studi di Torino, alla presenza di un vasto pubblico e di due classi del Liceo Classico d'Azeglio.
Nella lezione, pubblicata da Einaudi nel maggio 2010, Robert Gordon esplora la tradizione letteraria e i dilemmi filosofici messi in gioco dall’azione della sorte, del caso e della fortuna. Affrontando un corpus letterario esteso da Dante fino a Boccaccio, a Machiavelli e a Shakespeare, Gordon ci mostra come i miti, le rappresentazioni e gli schemi di pensiero riguardanti Fortuna provengano dalla cultura classica per poi ritrovarsi manipolati tanto dagli autori del Cristianesimo quanto dagli umanisti rinascimentali. Egli suggerisce inoltre che proprio queste tradizioni, impermeabili al tempo fino al loro approdo nell’immaginario contemporaneo, sono l’indizio di un carattere che sussiste in ogni società umana e, quasi certamente, nella psiche umana in quanto tale: ossia, un’acuta consapevolezza del disordine incontrollabile del nostro mondo. Si può dire, anzi, che una quota della nostra vocazione di animali narranti abbia origine dal bisogno di rappresentarci i modi migliori per affrontare i capricci della «sfacciata fortuna».
Nella seconda parte del suo libro Gordon compie un salto in avanti fino al ventesimo secolo, rintracciando nessi avvincenti e sorprendenti fra la Shoah e la tradizione narrativa che riguarda la fortuna. In particolare egli individua una loro convergenza – sconcertante ma illuminante – sulla questione del sopravvivere: chi sopravviveva al Lager e perché, e che cosa significa dire (come a Primo Levi capitò spesso) che nel Lager la sopravvivenza era affidata principalmente al caso? Questa parte del saggio procede affrontando una dopo l’altra tre opere molto diverse, ciascuna delle quali tocca la Shoah, il caso e la questione del sopravvivere: un’opera di divulgazione scientifica, The Drunkard’s Walk (Il passo dell’ubriaco, New York 2008), dell’americano Leonard Mlodinow; un film spagnolo, Intacto, girato nel 2001 da Juan-Carlos Fresnadillo; un capolavoro della letteratura sull’Olocausto, Sorstalanság (Essere senza destino, 1975) dell’ungherese Imre Kertész. Ciascuna delle tre ci mostra, in maniera diversa, come sia emerso nella nostra civiltà un qualcosa che somiglia a un mito moderno, un mito che considera la figura del sopravvissuto alla Shoah grosso modo come l’incarnazione stessa della buona fortuna: come l’«uomo più fortunato del mondo» per antonomasia. Solo una buona fortuna portata al limite estremo della casualità potrebbe infatti giustificare la sopravvivenza entro il rigidissimo e annientante sistema totalitario di violenza razziale in cui consistette la Soluzione Finale nazista.
Nella parte conclusiva del suo libro Gordon si dedica a Primo Levi mostrando che, per questo come per molti altri aspetti della nostra comprensione della Shoah e, più in generale, della modernità, egli figura tra le nostre guide più intelligenti e più acute. Lungo l’intero arco della sua opera – dalle primissime parole di Se questo è un uomo fino all’intensa energia delle pagine-cardine di I sommersi e i salvati – Levi è andato riflettendo sul problema della fortuna: sulle cause fortuite o fortemente sbilanciate che hanno separato le vie dei pochi che sono sopravvissuti e dei molti milioni che sono morti, e sulle sfide etiche suscitate per noi da tali questioni. Con eguale intensità Levi ha descritto l’azione della casualità nel sapere scientifico e nella ricerca, saggiando le idee di probabilità e i saperi statistici che sono alla base di svariate nozioni moderne del caso, e giocando inoltre, nei suoi racconti di fantascienza, con i bizzarri ironici capovolgimenti nei quali la fortuna (o il nostro sforzo per dominarla) ci fa incorrere. A conti fatti, l’intuizione centrale di Levi è che la sorte e la fortuna, per quanto possano apparire minacciose, pure contengono i semi di quel disordine di cui abbiamo bisogno per sopravvivere, «il germe di tutti i nostri domani».
Robert S.C. Gordon. «Sfacciata fortuna». La Shoah e il Caso, Einaudi, Torino 2010.
Robert Gordon rilegge l'opera di Primo Levi e altre storie della Shoah alla luce di rappresentazioni letterarie della Fortuna e di aspetti del moderno metodo scientifico
Intervista a Robert Gordon: Primo Levi, una fortuna sfacciata, «La Stampa», 10 novembre 2009
Presentazione della prima “Lezione Primo Levi”: Robert S.C. Gordon, «Sfacciata fortuna». La Shoah e il caso, Giulio Einaudi editore, Torino 2010. Intervengono Robert Gordon, Fabio Levi e Domenico Scarpa. Introduce Ernesto Ferrero.