Seconda Lezione: Esperimento Auschwitz
La seconda Lezione Primo Levi è stata tenuta da Massimo Bucciantini, docente di Storia della Scienza presso l'Università di Siena-Arezzo, l'11 novembre 2010, presso l'Aula Magna della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell'Università degli Studi di Torino, alla presenza di un vasto pubblico e di tre classi del Liceo Scientifico Galileo Ferraris di Torino.
Esperimento Auschwitz è stato pubblicato da Einaudi nell'aprile 2011.
Innanzitutto il titolo. Per spiegarne il senso si prende spunto dalle parole di Primo Levi: «Si rinchiudano tra i fili spinati migliaia di individui diversi per età, condizione, origine, lingua, cultura e costumi, e siano quivi sottoposti a un regime di vita costante, controllabile, identico per tutti e inferiore a tutti i bisogni…». È l’inizio di uno dei passi più celebri di Se questo è un uomo: una vera e propria descrizione di un esperimento mentale, dove ogni termine è scelto con la massima cura ed esattezza, come appunto avviene in un contesto scientifico. E come se non bastasse, il passo è preceduto da un avvertimento che al tempo stesso ne sottolinea l’importanza e ne rafforza ancora di più la compattezza e il rigore terminologico: «Vorremmo far considerare come il Lager sia stato, anche e notevolmente, una gigantesca esperienza biologica e sociale».
Levi si chiede come si comporta, in certe condizioni controllate e costanti di vita, un campione di umanità che non è stato scelto preventivamente e che appunto per questo rappresenta la materia umana. Che cosa resta di lei, che cosa, in un luogo così estremo, è essenziale nel suo comportamento e che cosa invece è acquisito. Con Levi, e per la prima volta, Auschwitz diventa il nome di un esperimento scientifico, del più terribile degli esperimenti inventati e realizzati da uomini contro altri uomini. Ed è la scrittura di Levi che per la prima volta trasforma Auschwitz nell’Esperimento Auschwitz, e ciò fa sì che Se questo è un uomo sia un libro vero e inimitabile.
Ma per raccontare Auschwitz in questo modo, non basta essere scrittori-testimoni qualunque. Trasformare Auschwitz in Esperimento Auschwitz chiama direttamente in causa il suo essere, e fin da subito, scrittore e chimico sui generis. L’uno e l’altro sono inseparabili: sono facce della stessa medaglia.
Levi dedicò la vita intera per capire i meccanismi più riposti di quell’esperimento da lui considerato «il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza» (Se questo è un uomo, I, p. 5). E dopo la pubblicazione del primo libro, tra i problemi rimasti in sospeso ve n’era uno, in particolare, che occorreva indagare, e cioè quello che diventerà famoso con il termine di “zona grigia”.
Anche stavolta si affida a un esperimento mentale (a un «esperimento concettuale» come lui lo chiama). Un po’ diverso però da quelli che abbiamo incontrato finora. Per condurre il lettore oltre una morale schematica e superficiale fondata sulla netta divisione tra vittime e oppressori, per invitarlo a riflettere sull’esistenza di un’ampia zona in cui si intrecciano e coesistono le infinite tonalità del male, Levi gli chiede di sottoporsi a un esperimento, che inizia con queste parole: «Vorrei invitare chiunque osi tentare un giudizio a compiere su se stesso, con sincerità, un esperimento concettuale: immagini, se può, di aver trascorso mesi o anni in un ghetto […], di essere infine caricato su un treno, ottanta o cento per vagone merci; di viaggiare verso l’ignoto, alla cieca, per giorni e notti insonni; e di trovarsi infine scagliato fra le mura di un inferno indecifrabile».
Levi si rende conto che l’idea di chiarezza come distinzione netta e affilata come una lama, presente in Se questo è un uomo, è una concezione troppo astratta per essere applicata al variegato mondo degli animali-uomini. Il riconoscimento della zona grigia è l’ammissione di questa impossibilità, è la vittoria del colore sfumato dell’ambiguità.
Qui sta il segreto dell’Esperimento Auschwitz che Levi scopre definitivamente nei Sommersi e i salvati. Quel mondo laggiù e il nostro sono uniti da un vasto e imprevisto camminamento, che fa sì che il mondo sia uno, così come uno è il Gattermann che si trova sulla scrivania di Pannwitz, nel suo ufficio del Kommando 98, perfettamente identico a quello disposto sugli scaffali della libreria di un giovane studente di chimica, nella sua casa, a Torino.
Massimo Bucciantini
Massimo Bucciantini, con Esperimento Auschwitz ci presenta delle riflessioni originali sui rapporti tra esperienza vissuta, sguardo scientifico e azione morale.
Intervista a Massimo Bucciantini: Primo Levi, la chimica del male, «La Stampa», 11 novembre 2010
In occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino, il 12 maggio 2011 è stato presentato Esperimento Auschwitz, il volume di Massimo Bucciantini tratto dalla seconda Lezione Primo Levi e pubblicato da Einaudi in edizione bilingue italiano/inglese.