L'altrui mestiere
L'altrui mestiere raccoglie una cinquantina di saggi pubblicati da Primo Levi su quotidiani e periodici dal 1964 al 1984. Lo sfondo è quello dei libri più noti di Levi, la sua esperienza professionale di chimico, e l’altra del campo di concentramento nazista.
«Questo volume raccoglie una cinquantina di saggi che Primo Levi ha pubblicato su quotidiani e periodici dal 1964 al 1984. Lo sfondo è quello dei libri più noti di Levi, la sua esperienza professionale di chimico, e l’altra del campo di concentramento nazista. Ma è uno sfondo lontano e sfumato, su cui si stagliano temi diversi. Prevalgono, per scelta precisa e dichiarata fin dal titolo, gli studi e le divagazioni del dilettante curioso e libertino, le "invasioni di campo", i bracconaggi su riserve di caccia altrui: in specie, sullo sterminato territorio delle scienze naturali, della zoologia, dell’astronomia, scienze che Levi non ha mai studiato sistematicamente, e che appunto per questo esercitano su di lui il fascino degli amori non soddisfatti.
Ma in altri saggi si ritrovano prese di posizione su problemi attuali, divertite riletture di classici antichi e moderni, ricordi di giovinezza nostalgici o ironici, osservazioni sui legami trasversali che collegano il mondo della natura con quello della cultura e sui ponti che uniscono (o dovrebbero unire) la cultura scientifica con quella letteraria.
Si tratta insomma di una piccola summa delle esperienze e dei pensieri extravaganti di uno degli scrittori italiani meno conformisti, ed insieme, forse al di là delle intenzioni dell’autore, di una sommaria ma veridica autobiografia.
Si trova qui, per così dire allo stato puro, la scrittura che rende inconfondibile la pagina di Levi: nitida, scarna e precisa, di radici culturali vigorose, ma accessibile a qualsiasi lettore di volontà buona».
Quarta di copertina della prima edizione Einaudi 1985, collana «Gli struzzi».
«Tra gli oggetti dell’attenzione enciclopedica di Levi, i più rappresentati nel volume sono le parole e gli animali. (Qualche volta si direbbe che egli tenda a fondere le due passioni in una glottologia zoologica o in una etologia del linguaggio)».
Da Italo Calvino, I due mestieri, «la Repubblica», 6 marzo 1985.