Conversazioni con Primo Levi
Alcune delle più interessanti domande/risposte formulate a/da Primo Levi in oltre venticinque anni di interviste e conversazioni, interrogabili per argomento e con tutti i riferimenti per approfondire
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C’era una lingua franca ad Auschwitz, che non fosse il tedesco?
All’inizio era il polacco, e anche lo yiddish. Poi arrivarono così tanti ungheresi che tutti parlavamo ungherese. Era la lingua piú diffusa. Io parlavo tedesco con loro, dal momento che non tutti ma molti ungheresi sapevano un po’ di tedesco. Eccetto i contadini. I contadini non sapevano niente, ed erano così numerosi!
La coscienza di patire tutti una comune ingiustizia non vi univa?
Non abbastanza. Per molti motivi. Il motivo fondamentale è che mancava la comunicazione […]. Pochi fra noi ebrei italiani capivano il tedesco o il polacco; pochissimi. Io sapevo qualche parola di tedesco. L’isolamento linguistico, in quelle condizioni, era mortale. Sono morti quasi tutti gli italiani per questo. [...] Chiedevi informazioni, notizie, spiegazioni al tuo compagno di letto e quello non ascoltava e non capiva. Questo fatto era già un primo grosso ostacolo all’unione, al riconoscersi come compagni.