I luoghi di Primo Levi a Bene Vagienna

Giunti dopo l’emancipazione del 1848, i Levi erano l’unica famiglia ebrea residente in questo paese, dove in piazza Botero esercitarono l’attività di banchieri. Michele, nonno paterno di Primo Levi, nacque il 13 maggio 1849.

Fu il primo della famiglia a poter scegliere liberamente la propria professione: si laureò in ingegneria civile a Torino. Dopo il matrimonio con la torinese Adele Sinigaglia, di cinque anni più giovane, tornò a Bene Vagienna e si associò all’azienda di famiglia. La coppia diede alla luce nel 1878 Cesare Levi, padre di Primo, che qui trascorse parte dell’infanzia; seguirono altri due figli, Enrico e Mario. Nell’estate 1888 il fallimento della banca indusse Michele Levi a suicidarsi.

(Album Primo Levi, a cura di Domenico Scarpa e Roberta Mori, Torino 2017, p. 291)

Mio padre mi raccontava della sua infanzia a Bene Vagienna: e cioè che i suoi coetanei, all’uscita dalla scuola, usavano schernirlo (benevolmente) salutandolo col lembo della giacchetta stretto nel pugno a mo’ di orecchio d’asino, e cantando: «Ôrije ’d crin, ôrije d’asô, a ji ebreô ai piasô»: «orecchie di porco, orecchie d’asino, piacciono agli ebrei». L’allusione alle orecchie e arbitraria, ed il gesto era in origine la parodia sacrilega del saluto che gli ebrei pii si scambiano in sinagoga, quando sono chiamati alla lettura della Bibbia, mostrandosi a vicenda il lembo del manto di preghiera.

Da “Argon”, Il sistema periodico, in Opere complete, I, p. 862.


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