La memoria di un uomo sagace. Un laboratorio di scienze umane

In una classe prima delle scienze umane, al liceo Marco Tullio Cicerone di Formia dove insegno italiano, latino e storia, ho concluso la programmazione annuale di italiano con un modulo su Primo Levi, sviluppatosi su tre ore a settimana nel periodo marzo-maggio. Una delle tre ore settimanali è stata occupata dalla lettura di alcuni capitoli di Se questo è un uomo; nelle altre due è stato affrontato un percorso che, oltre ad aver interagito costantemente con la lettura del libro, ha avuto anche una collocazione naturale nell’U.D.A. di educazione civica incentrata sulla tematica del lavoro. La collega di diritto ed economia, prof.ssa Rosamaria Mitrano, ha effettuato alcune lezioni propedeutiche -partendo dagli articoli della Costituzione italiana sul tema in questione- alle quali mi sono agganciata io, dando il via al modulo.

Roberta De Luca

 

Per questo laboratorio sono state utilizzate le seguenti risorse:

Primo Levi, Il sistema periodico (ed. scolastica a cura di Roberta Mori con la collaborazione di Maria Vittoria Barbarulo), Einaudi scuola 2022.

Il documentario del Centro studi Primo Levi Primo ufficio dell’uomo. I mestieri di Primo Levi a cura di Roberta Mori e Peppino Ortoleva.

Le lezioni del corso di formazione tenuto da Roberta Mori nell’ambito delle attività formative organizzate dall’Associazione Figli della Shoah.

Il contributo metodologico di Gabriella D’Arrigo al convegno La lingua di Primo Levi, organizzato dal Centro studi Primo Levi e coordinato da Domenico Scarpa (7 aprile 2022).

Descrizione del percorso

Incontro con l’autore

Lezione 1: Vita e opere di Primo Levi. Focus su Se questo è un uomo.

Lezione 2: Breve presentazione del Sistema periodico, Lettura e analisi di Titanio e svolgimento delle attività di analisi del testo 1, 2 e 3 (pp.338-339).

Gli esercizi proposti sono stati svolti in forma scritta e hanno permesso agli studenti di riprendere e potenziare i contenuti studiati nei mesi precedenti, come ad esempio le caratteristiche della fiaba, le funzioni di Propp, la costruzione di un’analisi testuale coerente e organica. È stata introdotta anche una nuova figura retorica, l’ossimoro, che ancora non era emersa dai testi letti fino a quel momento. Nella parte interpretativa, riguardo al significato del cerchio disegnato con il gesso, sono venute fuori delle considerazioni molto interessanti da parte degli studenti sul valore simbolico di quell’ostacolo. La maggior parte di loro ha accolto la tesi di Levi, che è stata argomentata con ricordi di episodi verificatisi durante l’infanzia.

Lezione 3: Attività 4 (p. 340).

Gli esercizi proposti dall’attività 4 sono stati eseguiti sotto forma di una coinvolgente e giocosa conversazione con i ragazzi che hanno attinto ai loro ricordi e al loro vissuto per raccontare situazioni divertenti, recitare conte e riportare le loro parole infantili coniate su onomatopee e analogie fonetiche.

Verifica sommativa: attività di scrittura creativa sul racconto Titanio, indicata sulla Guida per il docente allegata all’edizione scolastica (p. 79).

Si riporta un estratto dall’elaborato di una studentessa:

"L’acchiappatopi"

Durante la mia prima infanzia, passavo i pomeriggi dai nonni a giocare nel loro giardino. In uno di quei giorni mi vidi salutare da un uomo con un camice blu: sembrava un gigante con le mani tutte sporche di un materiale misterioso. Impaurita corsi da nonna e le domandai chi fosse quel curioso personaggio. Lei rispose che si trattava del suo vicino tipografo e che il giardino di lui confinava con il loro. Iniziai a domandarmi cosa fosse un tipografo. Ma sì! Un acchiappatopi! “Certamente sarà così” pensai tra me e me. Iniziai a guardare da un finestrone che dava sul giardino di nonna cosa vi fosse dentro. Strani macchinari e utensili mi si presentarono alla vista e non ebbi dubbi sul fatto che servissero ad acchiappare i topi. Vidi anche un’enorme lama e immaginai la brutta fine che avrebbero fatto quegli animaletti. Il giorno dopo nonno si recò dal vicino per dei lavori in giardino e, ad un certo punto, mi chiese di portargli un bicchiere d’acqua. Impaurita, implorai nonna di accompagnarmi. L’omone si avvicinò a me con il suo grembiule tutto imbrattato di inchiostro colorato e affermò: “Mi è scoppiato l’inchiostro del macchinario nel reparto stamperia” e ci fece accomodare dentro la sua officina. Quello che mi trovai davanti mi fece rimanere a bocca aperta! Non c’erano topi vivi e morti, ma macchine che stampavano, tagliavano, piegavano e imballavano, e facevano tutto da sole, azionate chissà da quali misteriosi individui nascosti dentro di loro. Dovevano essere un po’come quello dietro la lavatrice accesa di casa mia, che tenta sempre di risucchiarmi quando passo davanti all’oblò. Rimasi molto meravigliata dal macchinario che stampava ogni tipo di carattere a colori, credo fosse sempre molto felice. Da quel giorno non ebbi più paura di incontrare il vicino dei miei nonni che anzi risultò davvero simpatico.

 

I mestieri di Primo Levi

Lezione 4:  Visione del documentario Primo ufficio dell’uomo. I mestieri di Primo Levi.

La lezione sul documentario è stata divisa in due parti: nella prima ci siamo soffermati sull’importanza delle sensazioni per il chimico, specialmente quelle olfattive; la seconda frazione del video mi ha permesso di parlare del libro La chiave a stella e del personaggio di Tino Faussone.

Lezione 5: Lettura e commento del racconto tratto dalla raccolta Storie naturali, I mnemagoghi.

Lezione 6: Lettura del capitolo Batter la lastra tratto da La chiave a stella con focus sul verbo fare (si sono esposte alcune considerazioni sul registro basso di Faussone. Il montatore utilizza costantemente il verbo fare, senza sforzarsi di cercare possibili sinomini, sintomo questo di una povertà lessicale che riguarda anche molti studenti).

Lezione 7: Tipologie di scrittura: Il rapportino di laboratorio.

Verifica sommativa: testo argomentativo sulla tesi de La chiave a stella:

«Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l'amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono».

 

La memoria di un uomo sagace

Lezione 8: ricerca della parola odore in Se questo è un uomo: contesto, denotazioni e connotazioni del termine.

Lezione 9 e sgg: relazione scientifico-letteraria.

Come sintesi di tutto il percorso, abbiamo effettuato un “esperimento”, immaginando che Levi ci conducesse tra le boccette del suo laboratorio, contenenti i suscitatori di memorie, cioè gli odori di Auschwitz che rievocano i momenti della prigionia. Il lavoro è ispirato al racconto I mnemagoghi e rientra nella tipologia di scrittura della relazione di laboratorio, anche se rivisitata in chiave letteraria. Dopo una ricerca del termine «odore», nei capitoli letti di Se questo è un uomo, i ragazzi hanno creato una tabella (aggiunta ad un testo scritto da me) nella quale hanno inserito tutte le qualità della parola, unitamente alla porzione di testo in cui si trova, ragionando sulle scelte lessicali (in particolare gli aggettivi) da parte dell’autore.

"La memoria di un uomo sagace"

Il dottor Levi ci riceve con visibile emozione nel suo laboratorio chimico. Nell’ambiente pulito e ordinato, ma buio e vagamente misterioso come l’antro di un alchimista, si respira un’aria antica e insieme enigmatica che ci mette un po’ di inquietudine. Lo sguardo pacato e vivace di Levi e la sua accoglienza cordiale tuttavia ci fanno sentire subito a nostro agio. Ha fama di uomo dalla memoria prodigiosa, pare ricordi eventi molto lontani con una precisione straordinaria, e noi desideriamo verificarlo con dati inoppugnabili. Ci conferma che effettivamente possiede una buona capacità mnemonica e aggiunge che questa diventa eccellente se aiutata dai suscitatori di memoria, cioè dagli odori. Un chimico di professione è abituato a contare sulle sensazioni, soprattutto quelle olfattive, per capire la qualità e le caratteristiche della materia; e il buon fiuto aiuta molto in un mestiere come il suo. Ma gli odori sono anche fortemente evocativi di fatti passati, riportano alla mente eventi vissuti e sono strettamente collegati alla memoria involontaria. A volte questo fenomeno può diventare molto doloroso se gli odori rievocano momenti tristi o terribili della nostra vita, e allora preferiamo non sentirli. Questa storia degli odori crudeli è venuta fuori anche in classe: Benedetta ci ha raccontato di non riuscire più a mettere un profumo che le ricorda la nonna, da quando lei non c’è più.

Il dottor Levi ci conduce presso un armadietto con ante a vetro, da cui si intravedono flaconi e ampolle, contrassegnati da un’etichetta. Vuole dimostrarci che sa perfettamente a quale momento vissuto in lager corrisponde ogni odore imprigionato in quei contenitori.

Così diamo il via all’esperimento e annotiamo tutti i dati in una tabella:

Dalla tabella si deducono due cose:

1. gli odori effettivamente riconducono a momenti vissuti o solo sognati; dato che la terribile realtà è dominante, gli odori sono quasi tutti sgradevoli, ma non mancano ricordi piacevoli e lontani.

2. il dottor Levi è un uomo sagace (sa individuare anche l’odore della neve!), ha un’ottima memoria e si è mostrato desideroso di raccontarci la sua esperienza in Lager, nonostante il dolore che questo comporta, per farci conoscere ciò che «è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo».


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