Le montagne

Dopo la promulgazione delle leggi razziali Levi iniziò ad «andare in montagna sul serio», animato da uno spirito di sfida. Il tirocinio sportivo si sarebbe poi trasformato in una “preparazione” in vista di eventi futuri che in quel momento potevano essere soltanto intuiti.


Era una forma assurda di ribellione […]. Tu, fascista, mi discrimini, mi isoli, dici che sono uno che vale di meno, inferiore, unterer: ebbene, io ti dimostro che non è così. Mi ero subito promosso capocordata, senza esperienza, senza scuola: devo dire che l’imprudenza faceva parte del gioco

L’alpinismo? È la libertà di sbagliare, intervista di Alberto Papuzzi, 1984. In Opere III, p. 424

Le montagne attorno a Torino, visibili nei giorni chiari, e a portata di bicicletta, erano nostre, non sostituibili, e ci avevano insegnato la fatica, la sopportazione, ed una certa saggezza.

Primo Levi, Potassio, in Il sistema periodico, Opere I, pp. 897-8