Primo Levi scrittore di scienza

La centralità del rapporto di Primo Levi con la scienza è evidenziata sia dalle tappe principali della sua biografia sia da gran parte della sua opera. Di qui il diffuso apprezzamento anche del mondo scientifico per i testi dello scrittore torinese, che col suo stile asciutto, sintetico ed esatto riesce a parlare a un pubblico molto vario e in particolare a tutti coloro che, come lui, hanno fatto della propria passione un mestiere.

Il Centro Internazionale di Studi Primo Levi intende raccogliere e sviluppare un tale interesse coinvolgendo studiosi di paesi differenti e delle più diverse discipline, in ambito scientifico come in quello umanistico, nell’intento di mettere a confronto intorno alla multiforme opera di Primo Levi punti di vista che aiutino a valorizzarne la ricchezza, la profondità e l’originale intreccio tematico.

Nasce così una nuova sezione del sito, inaugurata da un prezioso contributo di Nick Lane, professore di Biochimica all’Università di Londra. La nostra speranza è di riuscire a promuovere contributi originali e proficui scambi di opinioni, coinvolgendo anche altri scienziati che, dietro nostro invito o su loro proposta, vorranno offrire un proprio contributo. Saranno ovviamente graditi anche pareri critici o discordanti.

Nick LaneCostruire con la luce

Il testo originale inglese è disponibile qui

Scheda biografica di Nick Lane


Commenti

Bruno Recalcati 04/04/2024 - 16:22
Il tuo commento

Articolo interessante. Non ho dubbi circa le critiche mosse alla rappresentazione che Primo Levi da del processo di fotosintesi.La conclusione che acido solfidrico ed acqua siano solo diverse modalità per mettere a frutto l'energia solare è plausibile. Come plausibile è, se ho ben capito, la conseguenza che occorre retrodatare l'origine della vita sulla terra. Meno plausibile è attribuire a Primo Levi una sorta di messa in mora del progetto giovanile (idealismo giovanile dice Nick Lane) di fare della biochimica la chiave per la comprensione del problema dell'origine.Non credo che Levi lo ponesse tra gli ignorabimus. Lo dimostrano diversi articoli che Levi ha scritto ad es. L'argilla di Adamo, l'asimmetria e la vita, i commenti che Calvino ci ha lasciato della collaborazione di Levi alla traduzione della Piccola Cosmogonia di Queneau. Se un ignorabimus rimane al termine del Sistema Periodico, alla fine di Carbonio è quello per cui un segno tracciato sulla carta si trasforma in un pensiero trasmissibile ad altri.Ed è oltretutto un segno molto bello.

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