Gli sci di Primo Levi
Romanziere, poeta, saggista, ma anche chimico, appassionato di astronomia e della montagna, partigiano. La vita, le opere e il pensiero di Primo Levi non possono essere racchiuse nella sola definizione di “testimone della Shoah”, ma attingono a una grande molteplicità di esperienze e di saperi. Nel trentennale della scomparsa, Rai Cultura e il Centro Internazionale di Studi Primo Levi ricordano i tanti volti dello scrittore con il documentario “Gli sci di Primo Levi”, trasmesso in onda per la prima volta domenica 9 aprile alle 19.40 su Rai5.
Seguendo un percorso tematico, il documentario - a cura di Bruna Bertani e diretto da Paola Toscano – racconta l’uomo e lo scrittore attraverso le testimonianze dirette di coloro che lo hanno conosciuto. Anna Bravo, Carlo Ginzburg, Alberto Cavaglion, Piero Bianucci, Giovanni Tesio, Renato Portesi, Liliana Segre, Walter Barberis, Ernesto Ferrero, Domenico Scarpa: ciascuno di loro, mescolando il discorso critico e analitico al ricordo commosso, analizza uno o più aspetti della complessa poliedricità dello scrittore e contribuisce a definire il peso storico, letterario e culturale del suo pensiero e delle sue opere.
Fil rouge del documentario è il racconto di Yves Francisco, partigiano che ha condiviso il momento dell’arresto e della prigionia sulle montagne della Valle d’Aosta con Primo Levi, prima che venisse deportato. Il suo aneddoto su un paio di sci lasciati da Levi e usati poi da Yves per fuggire in Svizzera e per tornare dopo la guerra, ha dato il nome al lungometraggio. Per ciascuno dei temi affrontati, alle parole degli intervistati si alterna la voce dello stesso Levi, tratta da una selezione di materiali di teca che lo vede intervenire su argomenti come la memoria, la scrittura, il lavoro, le radici ebraiche, il suo carattere. A dare maggiore intensità al racconto, sono inseriti anche brani tratti dalle sue opere e una misurata scelta di immagini che evocano la Shoah.
Chiude il racconto la poesia Le pratiche inevase, quasi un testamento spirituale di Levi, proposto mentre a video scorrono le immagini di intensi primi piani dello scrittore, fino al suo sguardo sereno che per un attimo ci inchioda, chiamando ciascuno di noi ad un muto dialogo con la coscienza. Il documentario, girato tra Bologna, Torino, Amay e Cogne in Val d’Aosta, Milano, Cuneo, è stato realizzato in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi.