Il segno del chimico. Dialogo con Primo Levi

Copertina di "Il segno del chimico"
a cura di
Domenico Scarpa
Editore
Einaudi
Anno di pubblicazione
2010

uno scambio intenso e unico: con il suo linguaggio nitido, ironico, aperto alle meraviglie dell’universo, Primo Levi risponde alle domande di un intervistatore informato e congeniale: gli racconta della sua vocazione scientifica, della sua vita di testimone del Lager, della sua esperienza come narratore e come tecnico di laboratorio.
Il dialogo attraversa, con gli accenti della letteratura più alta, le scoperte e le emozioni del giovane chimico attratto dai segreti della materia, le dolorose perversioni imposte al sapere scientifico nel laboratorio di Auschwitz, le gioie e le sfide del lavoro ben fatto, gli spazi avventurosi e senza tempo dell’infinitamente piccolo. Tutto ciò viene reso accessibile grazie a un intreccio di parole che appartengono a Levi: il dialogo consiste infatti in un montaggio, realizzato da Domenico Scarpa, di brani prelevati dai suoi libri.
Primo Levi portava impresso sulla pelle il segno del suo essere un chimico, per professione e per passione profonda. Quel segno era visibile anche nella sua scrittura. Ora, leggere la sua opera in questa chiave ci aiuterà a scoprire aspetti inediti e illuminanti della relazione, più intima di quanto non siamo abituati a credere, fra l’universo della scienza e quelli, per lui non meno necessari, della fantasia e dell’etica.

Il segno del chimico è andato in scena nell'allestimento curato dal Teatro Stabile di Torino, o per la regia e l'interpretazione di Valter Malosti.

Il segno del chimico è un'edizione fuori commercio.