Da Treblinka, da Auschwitz. Dialogo fra testimoni

Due resoconti dello sterminio nazista a ridosso dei fatti: il Rapporto su Auschwitz redatto da Primo Levi e Leonardo De Benedetti all'inizio del 1945 e il reportage da Treblinka scritto da Vasilij Grossman alla fine del 1944. Null’altro se non le nude parole di due grandi scrittori, il loro secco realismo, la durezza dei fatti, il dialogo ravvicinato fra modi diversi di raccontare due luoghi differenti della stessa gigantesca macchina dello sterminio.

Leggere di queste cose è durissimo. E credetemi, voi che leggete, non è meno duro scriverne. «Perché farlo, allora? Perché ricordare?» chiederà, forse, qualcuno.

Chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda, e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, quella verità. Chiunque giri le spalle, chiuda gli occhi o passi oltre offende la memoria dei caduti.

Vasilij Grossman, L’inferno di Treblinka, 1944

 

Questo libro non è stato scritto per accusare, e neppure per suscitare orrore ed esecrazione. L’insegnamento che ne scaturisce è di pace: chi odia, contravviene ad una legge logica prima che ad un principio morale.

Primo Levi, presentazione di Se questo è un uomo, 1947

«Ci sono giorni di guerra in cui si vede più che in dieci anni di pace»: semplice, vera e amara, questa frase di Vasilij Grossman anche Primo Levi l’avrebbe potuta sottoscrivere. Tutti e due erano ebrei (ucraino Grossman, italiano Levi), e tutti e due furono chimici di professione (ingegnere minerario Grossman, tecnico delle vernici Levi). Nati a quattordici anni di distanza, rispettivamente nel 1905 e nel 1919, entrambi maturarono sotto un regime politico oppressivo: a Grossman toccò in sorte la Russia sovietica di Stalin, a Levi l’Italia fascista di Mussolini.

Grossman e Levi non s’incontrarono e non si lessero mai. Tuttavia, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale le loro vite e i loro destini condussero l’uno e l’altro a vedere in anticipo e di più rispetto a ogni successivo testimone della Shoah. A loro dobbiamo due opere sui lager di sterminio che ancora oggi il pubblico di tutto il mondo considera essenziali.

L'inferno di Treblinka

Scritto nell’autunno del 1944, L’inferno di Treblinka – firmato dal giornalista Vasilij Grossman, corrispondente di guerra al seguito dell’Armata Rossa – fu in assoluto la prima descrizione di un campo di sterminio: della sua storia, della sua geografia, delle persone che laggiù uccidevano, collaboravano al massacro o venivano uccise, dei suoi regolamenti, comparti e organigrammi, dei sistemi per attuare la «soluzione finale» e per occultarne le prove, della vita quotidiana e del finale crollo di Treblinka. Con precisione e con passione, Grossman fa parlare i luoghi, i testimoni e i resti di quella che per tredici mesi era stata un’industria per la produzione di morte, funzionante a pieno regime. Per suo merito gli indizi della distruzione di un popolo si trasformano in storie di singole persone, in memoria collettiva della comunità umana e in comprensione di un’epoca terribile della storia contemporanea d’Europa.

Il Rapporto su Auschwitz

Scritto a Katowice nella primavera del 1945 su richiesta dell’Armata Rossa, firmato congiuntamente dal chimico Primo Levi e dal medico-chirurgo Leonardo De Benedetti, il Rapporto sulla organizzazione igienico-sanitaria di Auschwitz è il primo resoconto scientifico che analizza la struttura di un campo di lavoro e di annientamento. Il referto si deve a due uomini di scienza che sono nello stesso tempo vittime scampate al massacro, testimoni degli eventi e scrittori scientificamente rigorosi, nonché efficaci per stile. Le loro pagine smascherano l’inganno del sistema pseudomedicale del lager, che nella realtà consisteva in procedure di sterminio calcolate al millesimo. Pubblicato nell’autunno 1946 sulla rivista torinese «Minerva Medica», il Rapporto precede di un anno Se questo è un uomo, un libro che i lettori di tutto il mondo hanno riconosciuto come un’opera-cardine nella letteratura e nella storia del Novecento.

Le verità dell’Inferno di Treblinka e del Rapporto su Auschwitz si corrispondono e si rafforzano a vicenda, proprio come accade con i percorsi che i rispettivi autori tracciano nella storia del ventesimo secolo. Così diversi l’uno dall’altro, i loro stili di scrittura attingono a un nutrimento comune: un sincero interesse per gli uomini, per i loro caratteri, le loro facce, i loro mestieri, i loro modi di esprimersi, di agire, di essere. Per questa ragione, il titolo Vita e destino – l’opera principale di Grossman, apparsa postuma nel 1980 – è un’insegna che li può rappresentare entrambi.

Fino a oggi, Vasilij Grossman e Primo Levi non sono stati letti né tantomeno studiati congiuntamente. Per chi ne abbia frequentato i testi, mettere uno accanto all’altro L’inferno di Treblinka e il Rapporto su Auschwitz è un gesto naturale, così com’è stato naturale concepire il progetto di leggerli assieme, alternandone i brani salienti, i luoghi in cui parlano degli stessi aspetti del lager, dello stesso macchinario di morte, degli stessi carnefici o vittime: di questi ultimi – degli uomini, delle donne e dei bambini di Auschwitz e di Treblinka – cambiano i nomi e i segni particolari, ma ciascuno è reso memorabile dalla voce dei due scrittori.

Lo Study Center Vasijli Grossman e il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, entrambi con sede a Torino, hanno realizzato, in collaborazione con il Teatro Stabile di Torino, questa lettura congiunta dell’Inferno e del Rapporto, affidandola alle cure del regista e attore Valter Malosti. Il reading teatrale è stato proposto per la prima volta al pubblico il il 23 gennaio 2017 al teatro Carignano di Torino, nell'ambito delle celebrazioni per la Giornata della Memoria.

La selezione dei testi è a cura di Domenico Scarpa e Marco Sisto.

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Da Treblinka, da Auschwitz: dialogo fra testimoni (kit)

Il kit - realizzato a partire dalla lettura scenica di brani tratti dal Rapporto su Auschwitz di Primo Levi e Leonardo De Benedetti e da L'inferno di Treblinka  dello scrittore russo Vasilij Grossman, proposto per la Giornata della Memoria 2017 dal Centro Studi Primo Levi in collaborazione con lo Study Center V. Grossman e con il Teatro Stabile di Torino - è stato pensato per gli insegnanti di lettere e di storia delle scuole secondarie di secondo grado che vogliano affrontare  il tema della Shoah.