Vernice: una suggestione primoleviana tra scienza e letteratura

Una classe della scuola secondaria superiore sulle tracce di un’indagine di Primo Levi in “Vanadio”, ne Il sistema periodico: quando la materia resiste all’esattezza della scienza, parola e sperimentazione abbinate possono farne cogliere la complessità ed esprimere la tensione conoscitiva verso di essa che caratterizza tutta l’opera leviana.

Professoresse Carlotta Bianco (Chimica, “I.I.S. E. da Rotterdam” di Nichelino, TO), Anna Giovannelli e Mafalda Vescovi (Lettere, Liceo Scient.-Ling.-Sc. applicate “G. Marconi” di Parma).

Docenti di materie scientifiche e letterarie collaborano nel Laboratorio su “Vanadio” del Convegno "Il sistema periodico - Il volume più "primoleviano" di tutti", organizzato a novembre 2020 dal “Centro Primo Levi” di Torino: nasce così un’Unità Didattica con attività in presenza (sia in laboratorio sia in classe) e a distanza, per singole classi guidate dai propri insegnanti di Chimica e di Lettere, per avvicinare gli studenti alla complessità della parola leviana, chiara e definita ma al contempo evocativa e creatrice… come una vernice.

“Il centauro leviano”: docenti di Chimica e Lettere al lavoro

Già da subito nel nostro laboratorio ci siamo ritrovati ad essere docenti impegnati “in situazione”, prima ancora degli alunni, a dare forma a una ricerca-azione efficace e coinvolgente, e abbiamo toccato con mano quanto speriamo che gli studenti stessi percepiscano alla fine del percorso: le materie scientifiche e quelle umanistiche possono interagire, ascoltarsi e integrarsi, tant’è vero che, nei nostri brainstorming, la fatica maggiore è stata forse quella di sfoltire e strutturare armoniosamente il vortice delle idee che ci venivano in mente. Mentre dunque (a distanza, causa pandemia) già prendeva forma il “centauro leviano”, ci si chiariva sempre più che in quest'immagine non c’era niente di “mostruoso” o anche solo “bizzarro”: non solo perché considerare dicotomico il binomio scienza-letteratura appare ormai ampiamente fallace, ma perché l’opera e la vita stessa di Primo Levi sembrano generarsi da questa duplice, inscindibile matrice1Per il “centauro” leviano e il rapporto scienza/tecnica-letteratura per Levi, oltre a numerose occorrenze nelle opere (fra cui  “Ex chimico” e "La Cosmogonia di Queneau” in L’altrui mestiere), v. le interviste di L. Mondo,  A. Barberis, E. Fadini, M. Vallora e G. Martellini (rispettivamente pp. 17-19, 50-51, 78-84, 237-238, 451-454) più l’intervista “Uomini e libri” (pp. 125-7) in Opere complete III, e il C. di Agg. P. Levi: un moderno centauro con M. Barenghi, R. Mori e D. Scarpa (PR, 13-14/10/’20). . Come riuscire anche noi docenti a superare un pregiudizio assai vischioso e a lavorare - sia pure nei rispettivi ambiti - su una base concettuale condivisa? E come trovare un punto di contatto?

Trait d'union tra due discipline: la vernice come la parola

La vernice: nell’abbondanza di immagini leviane collegate all’universo del liquido/fluido2Mentre si dichiara ignaro del significato profondo dell’acqua in generale nelle sue opere (v. in Opere complete III “Conversazione con P. Levi” di P. Valabrega, p. 892) Levi appare particolarmente affascinato dalla metamorfosi del liquido/fluido in solido (v.  il “pabulum” del “Mimete” ne “L’ordine a buon mercato” in Storie naturali, “Ottima è l’acqua” in Vizio di forma, “La sfida della molecola” in Lilìt e altri racconti,  “Cromo” ne Il sistema periodico) oppure - nella variante della filatura e soprattutto nel mondo animale - la filatura del ragno o del baco da seta (in Opere complete II-”Pagine sparse”, “Il segreto del ragno” e ne Il sistema periodico “Idrogeno”) (il “naufragio”3Vedi citazione dantesca nella riga finale di “Il canto di Ulisse” in Se questo è un uomo (Inf. XXVI, 141: “...infin che’l mar fu sovra noi richiuso”), probabilmente connesso anch’esso al  concetto di “sommerso” (su cui v. nota 4). , i “sommersi”4I sommersi e i salvati (1986, v. ed. Einaudi Scuola 2019 a c. di M. Mengoni e R. Mori e articolo in “Doppiozero” nota 7) è il titolo che Levi aveva pensato in origine per Se questo è un uomo. Il termine “sommerso” è anch'esso  dantesco - cfr. Inf. XX, 3, VI, 15, XVIII, 125 ecc.- (v. l’intervista di G. Calcagno “Primo Levi: capire non è perdonare” in Opere complete III pp. 611-2); esso percorre con varie declinazioni “Se questo è un uomo” (in cui I sommersi e i salvati è il titolo del nono capitolo) , è ripreso all’inizio de La tregua (Cap. “Il disgelo”: “Spezza il corpo e l’anima dei sommersi”) e altrove, per riemergere infine nell'ultima opera leviana, che ne esplora le connessioni ai vari aspetti della perdita di dignità e di identità dello Haeftling.  ecc.), la vernice sembra occupare un luogo apparentemente dimesso e familiare, ma in realtà basilare, e in “Vanadio” è collegata – forse non casualmente - a un’altra entità che Levi considera fluida, la memoria (nel racconto è una sua errata formulazione che fa reincontrare il protagonista e un suo superiore  nel Lager), mentre in altri suoi testi essa risulta depositaria delle incrostazioni, perlopiù erronee, della tradizione, oppure appare sfuggire ai tentativi di analizzarla, classificarla e riprodurla, (accostabile in questo al tema leviano della materia che tende a sfuggire al controllo e alla comprensione razionale umana). Il concetto di scienza esatta lascia il posto in Levi a quello di esperienza inesatta e spesso fallimentare, ma tanto più reale e umana (e quasi eroica, quando l’uomo coglie nel segno). La vernice è insieme pelle e maschera, organo vitale e involucro imprigionante, rivelazione di identità5L’A. stesso segnala una correlazione possibile fra vernice e parola letteraria, sebbene col consueto understatement: “Non c’è alcuna correlazione fra il mio entusiasmo per le vernici ed i miei entusiasmi letterari, se non forse una metafora abbastanza far fetched: vernici e letteratura rivestono la realtà, conferendole un aspetto diverso (migliore o peggiore) di quello effettivo”, in “Risposte a P. Roth”, Opere complete III, p. 1088. Ancora sulle vernici, v.-  oltre a “Vanadio”, “Cromo”, e “Titanio”ne Il sistema periodico - “Tantalio” e “Decodificazione” in Lilìt e altri racconti, v. “Acciughe I” e “Acciughe II” in La chiave a stella, e i materiali del Convegno del “Centro Levi”  Il sistema periodico: <<il volume più primoleviano di tutti>>” (24-25-30/11 e 14/12/’20). Si veda anche Primo Levi, Carlo Molino, Le vernici (testo risalente probabilmente ai primi anni Settanta), ora in Opere complete, a cura di Marco Belpoliti, Torino, Einaudi 2016, vol. II, p. 1780. .

Fluidità, polimorfismo, colore, permeabilità, esatta formulazione: alla vernice si può tranquillamente accostare l’uso della parola, in Levi sempre misurata, anzi “pesata” con lucido rigore e sobrietà, ma anche di eccezionale ricchezza espressiva e immaginativa, in un equilibrio sempre originale e antiretorico tra istanze di verità ed esigenze estetiche. Ecco dunque il collegamento che cercavamo: la parola della Chimica come definizione e percorso verso il dato ottenuto sperimentalmente in laboratorio si può effettivamente combinare con la parola della Letteratura, creatrice di molteplici mondi ed evocatrice di realtà “in nuce” benché non ancora accessibili, nell’ambito di un’ermeneutica levianamente in movimento fra il reale e il possibile, di verità provvisoria in verità provvisoria6Sui rapporti fra la lingua del chimico e quella dello scrittore, oltre e numerose osservazioni ne Il sistema periodico e altrove, v. per es. in L’altrui mestiere, “Ex chimico” e, più specificamente sul linguaggio settoriale,  “La lingua dei chimici I” e “La lingua dei chimici II”. .

Approdare a “Vanadio” dal laboratorio di chimica

Anche nella nostra Unità Didattica, dunque, dovevamo realizzare uno “spostamento di orizzonte”, che stimolasse la ricerca di soluzioni senza consentire di appagarsi in conferme banali, inducendo a valorizzare il percorso almeno quanto il risultato: la corretta formulazione di una vernice doveva scaturire da processi “quasi uguali” e perciò parzialmente erronei, l’analisi letteraria doveva approdare a "Vanadio" solo verso la fine, dopo una riflessione sulla natura oggettiva (relazione) e soggettiva (scrittura creativa) della descrizione, sulle funzioni e sui registri linguistici, e incontrando attraverso altri testi di Levi alcuni suoi concetti-chiave ("purezza/impurità", "zona grigia"7Vedi, oltre al Cap. “La zona grigia” in I sommersi e i salvati, i vari contributi critici di M. Mengoni e M. Belpoliti citati per es. in M. Porro: I sommersi e i salvati. Storia di un libro - Com’è nato il capolavoro di Primo Levi, “Doppiozero” 22/08/2021, all’URL https://www.doppiozero.com/materiali/i-sommersi-e-i-salvati-storia-di-un-libro , l‘introduzione di M. Belpoliti a Opere complete III, p. XIX, e la “Conversazione” di cui alla nota 12. ). I singoli alunni avrebbero sperimentato le sfaccettature dell’esperienza attraverso la dimensione collettiva del lavoro per gruppi (spesso rimescolati) e della paziente e precisa rassegna di idee e risultati con schemi, padlets e altre App, abbandonando allo stesso tempo l’idea della contrapposizione "certezza scientifica" vs. 'fantasia letteraria" per conquistare attivamente un proprio sguardo competente ma problematizzante e condiviso sulla conoscenza della realtà.

L’Unità Didattica per tappe

1) Lezione-stimolo (Chimica e Italiano): la vernice nell’immaginario sensoriale

Attività di brainstorming attraverso un padlet condiviso: in Italiano gli studenti sono invitati a rispondere alla domanda “La vernice mi fa pensare a …”; il docente mostra su un padlet le immagini di vernici colorate di diversa natura e stimola gli alunni a descrivere cosa la vernice evoca ad ognuno di loro quanto a oggetti del quotidiano, luoghi, vissuti, emozioni, sensazioni di ogni tipo e sinestesie. Lo studente è invitato a scrivere su un post del padlet* una sinestesia sulla vernice di sua invenzione, a condividerla e commentare i post altrui (attività svolgibile anche a distanza o completabile a casa; se svolta in aula presuppone l’uso di un cellulare/tablet)

Tempo previsto: circa 30 minuti, con compresenza dei docenti oppure solo l'insegnante di Chimica, che poi procede con una sua lezione curricolare (v. Punto 2).

*

 

2) Lezione di chimica in aula: le vernici

L’insegnante di Chimica in presenza attraverso un Ppt ** presenta  le vernici per catalogarle in modo specifico e analitico (origine della parola, funzioni, aspetto, definizione di miscuglio, composizione e formulazione, filmogeno o solvente legante, agente di carica, pigmento nelle diverse formulazioni e percentuali).

Gli studenti entrano nel vivo del linguaggio specifico della materia e (eventualmente col contributo dell’insegnante di Lettere) cominciano a familiarizzare con un glossario preciso e universale di cui dovranno alla fine memorizzare i termini, sapendoli contestualizzare.

Tempo previsto: circa 30 minuti (anche unita al Punto 1 e in compresenza).

** Vedi "Presentazione Vernice" (in alto a sinistra, sezione Download)

 

3) “Compito di realtà”: indagare su un esperimento fallito

L’insegnante di Lettere legge il racconto “Potassio”8Ne Il sistema periodico , caratterizzato dalla tensione a  risolvere una problematica in una situazione definita: si tratta di seguire l’indagine di Primo Levi su un incidente di laboratorio, individuando i termini del problema e le ipotesi e riflessioni su quanto accaduto. Si legge anche, in tutto o in parte (o si rimanda alla lettura domestica) il racconto “Cromo”9Ibidem , affidando anche la lettura di “Zinco”10Ibidem .

Tempo previsto: 1 ora (può svolgersi direttamente in laboratorio, possibilmente con la compresenza dell’insegnante di Lettere).

 

4) Lezione in laboratorio: dalla ricetta alla vernice

I ragazzi vengono posti in un contesto analogo a quello descritto nel racconto, anche se semplificato. Gli studenti devono infatti produrre, a gruppi, una vernice al latte con i componenti messi a disposizione dall’insegnante, ma non tutti i gruppi hanno effettivamente gli stessi componenti: l’ambigua etichetta “agente di carica” nasconde tre sostanze diverse, che daranno luogo a risultati molto differenti, uno solo dei quali sarà una vernice adeguata. 

Gli studenti potranno anche scegliere liberamente che colore dare alla propria vernice, con varie opzioni tra cui il grigio.

Agli studenti viene consegnata la ricetta**** insieme al materiale relativo che troveranno sui tavoli di laboratorio.

Gli studenti vengono avvisati che devono prendere appunti, poiché sull’esperimento dovranno poi compilare una relazione di laboratorio riportando fedelmente le operazioni effettuate, le osservazioni e i risultati ottenuti

Tempo previsto: 1 ora in Laboratorio con l'insegnante di Chimica

**** Vedi "Scheda esperienza studenti" (in alto a sinistra, sezione Download)

 

5) La redazione della relazione di laboratorio

Gli studenti verificano e redigono la relazione di laboratorio seguendo uno schema*****già definito e consegnato ai ragazzi in formato cartaceo o digitale.

Quest’occasione permette innanzitutto di comprendere che una relazione di laboratorio non è un elaborato di fantasia, ma dev’essere oggettiva, chiara, ben strutturata e deve permettere di poter ricostruire ogni passaggio effettuato, in modo da poterlo correlare al risultato ottenuto.

Tempi: questo step può essere svolto come lavoro domestico, purché l’insegnante commenti la specificità della tipologia di scrittura della relazione.

***** Vedi "Schema relazione vernici" e "Materiale extra per l'insegnante" (in alto a sinistra, sezione Download)

 

6) Discussione dei risultati ottenuti

Gli studenti, in classe o in laboratorio, con il supporto dell’insegnante, saranno spinti a cercare quale possa essere la causa del difetto o del successo della propria vernice, lavorando a gruppi rimescolati in modo da confrontare con tutti gli altri partecipanti i dati (descrizioni, immagini ecc.) dei reagenti utilizzati riportati nella propria relazione di laboratorio: guidati dal/dalla docente, potranno individuare la presenza di differenze fra i tre agenti di carica e mettere a punto un’indagine analitica per ricostruire la composizione di ciascuno.

Tempo previsto: 1 ora in classe con l'insegnante di Chimica  

 

7) Da Levi a Jakobson: creare strutture di relazione con le parole. Dal contesto del “Sistema periodico”...

In parallelo alla docente di Chimica, l’insegnante di lettere, riprendendo i caratteri stilistici delle pubblicazioni scientifiche, stimola il confronto con lo stile descrittivo e lineare con cui Primo Levi racconta ogni sua storia e al tempo stesso “sposta sempre l’orizzonte”, compiendo spesso digressioni su devianze e metamorfosi spiazzanti senza rinunciare a descrivere la frustrazione per gli insuccessi: si commenta in classe la lettura di “Potassio”, “Cromo” e “Zinco”(riservando la lettura di “Vanadio” alla fase finale dell’UD), facendo notare la necessità di precisione e distinzione che nei racconti emerge sia nella parola che nell’azione, e analizzandone struttura narratologica, presenza di figure retoriche (specie metafore)  ecc..; si fornisce il modello di scheda A ****** da compilare in gruppo per ciascun racconto ed esporre la lezione successiva “a fuochi incrociati” (ogni membro di un gruppo esporrà parti scritte da altri).

****** Vedi "Unità didattica Vanadio" (in alto a sinistra, sezione Download)

Tempo previsto: 1 ora in classe con l'insegnante di Lettere

 

8) ... alla lettura di “Vanadio”

Gli alunni espongono le schede (per gruppi e a fuochi incrociati). L’insegnante di lettere propone un approfondimento linguistico sull’aspetto della metamorfosi nelle opere lette, collegandosi alla teoria delle  funzioni linguistiche di Jakobson11R. Jakobson, Saggi di linguistica generale, Feltrinelli, Milano 1966. , per mettere in evidenza le diverse funzioni e le diverse varietà situazionali (“registri”) della lingua con le reciproche possibilità combinatorie e metamorfiche, distinguendo tuttavia tra livello denotativo/referenziale (es. relazione scientifica) e connotativo/letterario (figura retorica). L’insegnante, dopo aver stimolato con un brainstorming l’evidenziazione e l’analisi dei concetti di “impurità” e “purezza” nelle opere di Levi lette sinora, propone la lettura di “Vanadio”, e stimola a riflettere sul concetto primoleviano di “zona grigia” e sulla scelta del colore della propria vernice effettuata in laboratorio12V. conversazione di Simona Forti e M. Belpoliti “Vanadio e il grigio Dottor Mueller”  (Summer School Primo Levi - Transnational perspectives a c. del “Centro Levi”, 23/07/2021) al seguente URL: https://www.youtube.com/watch?v=zOen8bkX1pA&ab_channel=canalePrimoLevi .

Tempo previsto: 2 ore (anche separate) in classe con l'insegnante di Lettere (1 ora per l’esposizione della scheda bibliografica e 1 ora per la spiegazione delle funzioni di Jakobson, la riflessione sulla “zona grigia” e la lettura in classe di “Vanadio” (eventualmente da completare a casa)

 

9) Conclusioni e interpretazioni

“Grigio” in italiano ha una valenza tutt’altro che piacevole: triste, incerto, ambiguo, indefinito, compromesso, desolante. Gli adolescenti sono, per antonomasia, tutt’altro che “grigi” (in questa accezione) o inclini alle vie di mezzo.

In “Vanadio”, Primo Levi usa il termine “grigio” per descrivere Müller: un antagonista imperfetto, non del tutto cattivo, ma nemmeno virtuoso.  In un certo senso descrive anche sé stesso come grigio: incapace di giudicare troppo severamente e vendicare i morti di Auschwitz, incapace di rispondere troppo duramente o anche solo fermamente, ma anche di perdonare e dimenticare con disinvoltura... Saggezza? Viltà? Realismo?  Ai lettori di Levi l’ardua sentenza: ai ragazzi il compito di commentare ed eventualmente prendere posizione.

Il grigio per un chimico è un colore molto più interessante di quanto possa probabilmente sembrare a prima vista: il grigio è un colore complesso, che -  scomposto - mostra tutti i colori che servono a produrlo; grigia alla fin fine appare la vita, più complessa della finzione. Se nella finzione di “Vanadio” la vita, come spesso fa, ci sorprende e ci preclude per sempre una chiara distinzione fra “il bianco” e “il nero”, gli studenti che restassero delusi dal finale del racconto - così come in laboratorio hanno potuto scegliere i colori della loro vernice (tra cui il grigio) - potranno riprenderlo e modificarlo creativamente.

Ulteriori spunti di riflessione, sia in classe che in laboratorio, si prospettano particolarmente con l’Educazione civica e con altre opere leviane oltre a Il sistema periodico (I sommersi e i salvati, La chiave a stella, Se questo è un uomo, La tregua,  vari racconti ecc.) e con la letteratura contemporanea, scientifica e non.

Tempo previsto: 1 ora (ciascun docente nella sua ora, oppure in compresenza).

 


1Per il “centauro” leviano e il rapporto scienza/tecnica-letteratura per Levi, oltre a numerose occorrenze nelle opere (fra cui  “Ex chimico” e "La Cosmogonia di Queneau” in L’altrui mestiere), v. le interviste di L. Mondo,  A. Barberis, E. Fadini, M. Vallora e G. Martellini (rispettivamente pp. 17-19, 50-51, 78-84, 237-238, 451-454) più l’intervista “Uomini e libri” (pp. 125-7) in Opere complete III, e il C. di Agg. P. Levi: un moderno centauro con M. Barenghi, R. Mori e D. Scarpa (PR, 13-14/10/’20).
2Mentre si dichiara ignaro del significato profondo dell’acqua in generale nelle sue opere (v. in Opere complete III “Conversazione con P. Levi” di P. Valabrega, p. 892) Levi appare particolarmente affascinato dalla metamorfosi del liquido/fluido in solido (v.  il “pabulum” del “Mimete” ne “L’ordine a buon mercato” in Storie naturali, “Ottima è l’acqua” in Vizio di forma, “La sfida della molecola” in Lilìt e altri racconti,  “Cromo” ne Il sistema periodico) oppure - nella variante della filatura e soprattutto nel mondo animale - la filatura del ragno o del baco da seta (in Opere complete II-”Pagine sparse”, “Il segreto del ragno” e ne Il sistema periodico “Idrogeno”)
3Vedi citazione dantesca nella riga finale di “Il canto di Ulisse” in Se questo è un uomo (Inf. XXVI, 141: “...infin che’l mar fu sovra noi richiuso”), probabilmente connesso anch’esso al  concetto di “sommerso” (su cui v. nota 4).
4I sommersi e i salvati (1986, v. ed. Einaudi Scuola 2019 a c. di M. Mengoni e R. Mori e articolo in “Doppiozero” nota 7) è il titolo che Levi aveva pensato in origine per Se questo è un uomo. Il termine “sommerso” è anch'esso  dantesco - cfr. Inf. XX, 3, VI, 15, XVIII, 125 ecc.- (v. l’intervista di G. Calcagno “Primo Levi: capire non è perdonare” in Opere complete III pp. 611-2); esso percorre con varie declinazioni “Se questo è un uomo” (in cui I sommersi e i salvati è il titolo del nono capitolo) , è ripreso all’inizio de La tregua (Cap. “Il disgelo”: “Spezza il corpo e l’anima dei sommersi”) e altrove, per riemergere infine nell'ultima opera leviana, che ne esplora le connessioni ai vari aspetti della perdita di dignità e di identità dello Haeftling.
5L’A. stesso segnala una correlazione possibile fra vernice e parola letteraria, sebbene col consueto understatement: “Non c’è alcuna correlazione fra il mio entusiasmo per le vernici ed i miei entusiasmi letterari, se non forse una metafora abbastanza far fetched: vernici e letteratura rivestono la realtà, conferendole un aspetto diverso (migliore o peggiore) di quello effettivo”, in “Risposte a P. Roth”, Opere complete III, p. 1088. Ancora sulle vernici, v.-  oltre a “Vanadio”, “Cromo”, e “Titanio”ne Il sistema periodico - “Tantalio” e “Decodificazione” in Lilìt e altri racconti, v. “Acciughe I” e “Acciughe II” in La chiave a stella, e i materiali del Convegno del “Centro Levi”  Il sistema periodico: <<il volume più primoleviano di tutti>>” (24-25-30/11 e 14/12/’20). Si veda anche Primo Levi, Carlo Molino, Le vernici (testo risalente probabilmente ai primi anni Settanta), ora in Opere complete, a cura di Marco Belpoliti, Torino, Einaudi 2016, vol. II, p. 1780.
6Sui rapporti fra la lingua del chimico e quella dello scrittore, oltre e numerose osservazioni ne Il sistema periodico e altrove, v. per es. in L’altrui mestiere, “Ex chimico” e, più specificamente sul linguaggio settoriale,  “La lingua dei chimici I” e “La lingua dei chimici II”.
7Vedi, oltre al Cap. “La zona grigia” in I sommersi e i salvati, i vari contributi critici di M. Mengoni e M. Belpoliti citati per es. in M. Porro: I sommersi e i salvati. Storia di un libro - Com’è nato il capolavoro di Primo Levi, “Doppiozero” 22/08/2021, all’URL https://www.doppiozero.com/materiali/i-sommersi-e-i-salvati-storia-di-un-libro , l‘introduzione di M. Belpoliti a Opere complete III, p. XIX, e la “Conversazione” di cui alla nota 12.
8Ne Il sistema periodico
9Ibidem
10Ibidem
11R. Jakobson, Saggi di linguistica generale, Feltrinelli, Milano 1966.
12V. conversazione di Simona Forti e M. Belpoliti “Vanadio e il grigio Dottor Mueller”  (Summer School Primo Levi - Transnational perspectives a c. del “Centro Levi”, 23/07/2021) al seguente URL: https://www.youtube.com/watch?v=zOen8bkX1pA&ab_channel=canalePrimoLevi
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